Qualche tempo fa, mi è capitata sotto gli occhi la notizia che un piccolo e grazioso paese circondato da boschi e monti viene chiamato “il paese dei Brutti”.
Siamo a Piobbico, in provincia di Pesaro Urbino, dove addirittura vi si trova il Club dei Brutti.
Questo club fondato nel 1879, aveva lo scopo di trovare marito alle zitelle del paese, perché nei tempi difficili anche il non sposarsi a causa della propria bruttezza era un problema economico per la famiglia.
L’associazione vanta ora 30.000 iscritti e 25 sedi nel mondo ed è diventata talmente importante dal creare un vero e proprio Festival dei Brutti.
Viene celebrato a settembre in contemporanea con la Sagra del Polentone alla Carbonara.
Sarà stata la golosità complice alla mia curiosità, dal non vedere l’ora di realizzare questa piccola gita fuori porta con tanto di sorpresa finale.
Inutile nascondere il fatto che, amante delle tradizioni come sono io, il profumo del braciere dove veniva cotta la polenta preparata come una volta mi ha conquistato letteralmente il cuore.
Il tutto contornato da un borgo fatto di palazzi antichi, ponticelli e graziosi viottoli che portano ad una vista panoramica dall’alto incredibile.
Camminando, arrivo finalmente alla sede del Club, dove dei simpatici ragazzi mi accolgono spiegandomi che sono in corso, come ogni anno, le elezioni per eleggere il Re dei Brutti, a cui viene assegnato il “Premio No-Bel“.
Per questo vengono organizzati dei veri e propri comizi dove i candidati illustrano nei giorni precedenti i loro punti forti.
Ancor più caratteristica è la sfilata per le vie del paese, dove, preceduti dalla musica del Bandino dei Brutti, i due finalisti prima del decreto finale salutano da auto allegoriche le tantissime persone arrivate da ogni dove.
Naturalmente in tutti questi anni le cose sono cambiate, e se originariamente il Club faceva le veci di un’agenzia matrimoniale, ora l’associazione ha lo scopo di sensibilizzare la vera bellezza delle persone ridimensionando quello che è l’apparenza proseguendo la lotta agli stereotipi estetici.
Sono stati tantissimi i personaggi dello spettacolo che negli anni si sono iscritti al Club per aiutarli nella preziosa causa.
Continuando il mio percorso noto una meravigliosa casa in sasso dall’aspetto molto antico ma perfettamente ristrutturata, con una panchina su cui è possibile sedersi per gustarsi la bellezza circostante.
Davanti al portone un signore distinto e gentilissimo, dopo aver risposto a qualche mia semplice curiosa domanda, mi chiede se ho piacere di vedere una cosa all’interno.
Non potevo credere ai miei occhi, camminando, sul pavimento vi trovo delle vetrate da cui si può ammirare un vero e proprio sito archeologico completamente gestito dal Sig. Antonio Carli.
Si tratta di un’antica Fornace Romana ritrovata casualmente nel 1995 durante i lavori di restauro di questo palazzo risalente ai primi dell’Ottocento.
Questi resti archeologici, oltre all’essere conservati in modo eccellente, rappresentano la prima testimonianza della presenza romana nel territorio di Piobbico.
Costruita in un punto strategico essendo pochi metri dal fiume Candigliano, e con alle spalle il monte da cui era possibile prelevare il materiale usato, produceva meravigliose piastrelle per la pavimentazione.
Tutto questo è confermato dai reperti rinvenuti e da una piastrella decorata con un bellissimo fiore.
La stessa tipologia di pavimentazione è presente anche nei Palazzi Ducali di Urbino e Urbania.
Ci ha raccontato con orgoglio dello stupore generale al suo ritrovamento e delle difficoltà attraversate per dare il giusto valore a questa rarità che arricchisce tutto il paese di storia e fascino.
Durante il ritorno da questo bellissimo pomeriggio avevo negli occhi il clima conviviale di tutte le persone che animavano il paese.
Da chi ha trascorso ore davanti ad un fuoco girando il paiolo della polenta, ai ragazzi più giovani che intonano insieme vecchie canzoni italiane, passando da tutti quelli che con grande pazienza spiegavano ai tanti turisti le cose che vi ho raccontato.
E posso dire di aver trovato in questo “Paese dei Brutti” delle persone davvero bellissime e buone di spirito.
Ho pensato che se avessi potuto dedicare un bel gelato a questa esperienza meravigliosa, lo avrei chiamato come i famosi biscotti “Brutti ma Buoni”, che paiono forse brutti ma ad ogni assaggio sprigionano profumo di meringa e nocciole tostate.
Intanto ne preparerò una bella infornata per poi farli diventare un nuovo gusto in Gelateria, e chissà, magari qualcuno del Club potrà sempre passare a trovarci per un simpatico saluto!