È stato in uno di quei rari momenti di relax a fine estate quando, navigando qua e la sulla rete, mi sono imbattuto in alcune foto di un bellissimo treno a vapore.
Si trattava del treno storico che nelle domeniche d’autunno partendo da Rimini ferma in alcune stazioni della Romagna in direzione Marradi.
Marradi è un piccolissimo e pittoresco paesino di circa tremila abitanti, arroccato sull’appennino Tosco-romagnolo, conosciuto dagli escursionisti per i bellissimi sentieri ma valorizzato soprattutto per il “Marron buono di Marradi”. Il Marron buono é una delle più apprezzate varietà di castagne, ottimo per la preparazione delle caldarroste ma anche per la realizzazione di torte e castagnacci. Grazie alle particolari condizioni climatiche riscontrabili nella valle del Mugello e grazie al terreno estremamente calcareo, nei castagneti non viene utilizzato nessun tipo di trattamento chimico o fertilizzante perciò questo prezioso frutto si è guadagnato il riconoscimento europeo di “Marrone IGP del Mugello BIO”.
Di queste castagne dal sapore dolciastro e persistente, si son ben riempite le tasche Ilaria ma soprattutto Irene che, Domenica scorsa in stazione all’arrivo della colonna di fumo, mi ha stretto al collo urlando di gioia. Il regalo più bello per loro è stato poter salire su quel treno che odorava di carbone e storia.
Grazie al lavoro di ex ferrovieri in pensione, questa vecchia locomotiva del 1910 torna in vita per un mese all’anno, insieme alle carrozze restaurate del 1930 con le vecchie tende damascate, i porta cappelli, i sedili in legno e le pareti che sanno di lunghissimi viaggi e chiacchiere di eleganti signori.
Gianni è il carboniere che durante il tragitto ha tenuto sempre in pressione la caldaia della locomotiva alimentandone le fiamme, soprattutto in prossimità delle montagne, quando il treno sfrecciando ai 100 km all’ora (un missile per i tempi passati) arrancava sui binari ripidi.
In stazione prima di ripartire in direzione Romagna ho avuto la fortuna di salire sulla locomotiva e poter osservare la speciale caldaia aperta.
Nel buio del tramonto il rossore del carbone incandescente illumina le mille leve, i manometri e le visiere dei cappelli dei macchinisti rispolverati per l’occasione.
Si tratta di veri pionieri delle rotaie di inizio secolo, quando il carbone era un minerale prezioso quanto raro e per questo era vietatissimo arrivare in stazione con la caldaia troppo carica di fuoco (multa di 100 lire). Era altresì vietato abbandonare la locomotiva qualora vi fosse ancora fuoco ardente. I macchinisti erano quindi molto abili a calcolare il percorso, la potenza e il fuoco che occorreva per l’arrivo in stazione per poi tornare col muso annerito ad abbracciare i propri bambini che spesso li aspettavano in stazione.
Ogni volta riesco a stupirmi di quanti tesori e segreti nasconda la nostra terra e di quante belle cose il territorio offra. La settimana scorsa, siamo tornati a casa con una bellissima esperienza in più, che le mie bambine stanno già raccontando al nonno Giovanni mentre prepara loro le caldarroste nel suo camino.
Come sempre, tante nuove idee per voi! Questa volta il mio zaino si è riempito di Farina di Castagne Bio, con la quale preparerò il nuovo gusto di gelato al Castagnaccio, la Birra di Castagne da gustare per un aperitivo alla Caffelatteria e perché no anche una bella torta di Castagne e Marroni per le nostre fantastiche colazioni.